In Fin Dei Conti

In Fin Dei Conti

Quando l’ultimo spettatore se ne fu andato, chiusi il bar, presi l’incasso e tornai nel mio ufficio per metterlo al sicuro. A giudicare dal peso, la serata era stata migliore della media. Dovevo dare atto a Roxanne che i suoi piani stavano cominciando a funzionare in modo meraviglioso. L’idea di pubblicizzare Nina come un combattente “mascherato” aveva attirato una folla di curiosi.

La folla si dimostro’ stupefatta quando il lottatore mascherato si rivelo’ essere una bella donna ed ancora piu’ affascinata quando essa dimostro’ di essere una lottatrice sbalorditiva, in grado di malmenare il suo avversario. Secondo Roxanne, il bar non sarebbe stato grande abbastanza da contenere la folla che si sarebbe presentata nelle settimane seguenti. Camminando verso il mio ufficio, passai davanti alla stanza che avevo assegnato come spogliatoio per Roxanne, Nina e Tara. Nel silenzio che si era creato dopo l’uscita degli spettatori, potevo chiaramente sentire le loro voci.

Il forte accento inglese di Roxanne era inconfondibile. “Hai fatto un lavoro eccellente, Nina. Non ha mai avuto la possibilita’ di cavarsela. Hai imparato tutto alla perfezione.” Nina rise. “Grazie…anche se mi sono un po’ innervosita quando il mollusco ha tirato fuori il coltello.” “Pero’ ti sei ricordata come affrontare quella situazione,” osservo’ Roxanne. “Si’…continuare a schivare fino a che non intravedi un punto debole e poi sfruttarlo.” “Esattamente,” disse Roxanne ridendo. “E’ stato divertente quando glielo hai tolto con un calcio, mandandolo a conficcarsi nel muro. Sembrava che avesse visto un fantasma!” Le due donne risero di cuore. Finite le risate, la voce di Nina riprese. “Oh, Roxanne, e’ stato cosi’ facile! Sentivo di potergli fare qualsiasi cosa.” “Proprio cosi’. Ti avevo detto che avresti potuto avere la meglio su qualunque uomo, Nina. Conoscevo le tue potenzialita’ da quando ti vidi ballare la prima volta. Hai sempre avuto una predisposizione per le tecniche di combattimento.” “Lo so, me l’hai sempre detto…grazie. E’ solo che non sapevo se i miei incontri precedenti mi avrebbero preparato per questo….” “Invece e’ stato proprio cosi’. Lo so che quegli incontri non ti hanno permesso di usare tutta la tua potenza, ma neanche l’ultimo, se e’ per questo. Basta vedere con quale facilita’ hai vinto!” Nina rise e comincio’ a gemere piano. “Lo so…questo e’ stato il mio primo vero incontro e direi che ho fatto proprio un buon lavoro,” disse senza modestia.

La voce roca di Roxanne divenne un sussurro. “Si’. Era il primo avversario le cui capacita’ si potevano solo lontanamente paragonare alle tue e lo hai distrutto.” Ci fu una breve pausa, interrotta da qualche risatina e da qualche leggero gemito. “Dimmi cos’hai provato.” Nina gemeva e faceva le fusa. “Mmmm… Sentivo la sua arroganza scomparire mentre lo colpivo. Ad ogni pugno e calcio che gli davo sentivo la sua forza diminuire. Sentivo i miei muscoli che distruggevano quella debole carne maschile.” I suoi gemiti divennero piu’ forti, mentre contemplava quei pensieri.

“Sentivo la folla che mi fissava, che mi ammirava mentre lo distruggevo. Sentivo l’immenso potere che avevo su di lui quando ha rifiutato di sottomettersi e l’ho colpito ripetutamente. Quando gli ho dato l’ultimo calcio e mi sono accorta che era finito…ohhh!” I gemiti di Nina diventarono grida di piacere. Avrei ammazzato qualcuno, pur di essere in grado di vedere attraverso le porte. Dopo un po’ di tempo in cui si sentirono alcuni rumori, intervallati da altre grida di piacere, Nina continuo’. “E lo guardavo dall’alto in basso, sapendo che i miei muscoli l’avevano fatto fuori e sentivo la folla che mi applaudiva…Ohhh! Roxanne, voglio farlo ancora!” La voce di Nina si fece frenetica al pensiero di come aveva dominato completamente quell’uomo.

Dopo una lunga pausa, la voce di Roxanne comincio’ a gemere. “Mmmm…Nina, lo farai ancora. Hai la potenza che ci vuole per ottenere qualsiasi cosa da qualsiasi maschietto. Ricordatelo.” Un’altra pausa. “Adesso, siamo noi le attrazioni, in questo posto. Gli uomini si presenteranno per battere le grosse e cattive lottatrici. Ne potrai distruggere quanti ne vuoi.” “Oh, Roxanne, si’!” urlo’ Nina. Ero in ginocchio, tentando disperatamente di vedere qualcosa dal buco della serratura. Al che, Roxanne concluse gentilmente. “Ora, pero’, devo andare a parlare con il nostro organizzatore, per avere il nostro denaro e preparare il prossimo incontro.” Oops! Non credo che sarebbe stata molto felice di trovarmi la’ fuori a spiare nel loro spogliatoio. Scappai in ufficio e l’ultima cosa che udii fu la voce di Nina che sussurrava “Va bene, ma non proprio adesso…” Rapidamente, mi misi seduto a contare l’incasso della serata. Non male, anche se dovevo dividere con le ragazze. La previsione dei futuri incassi assorbiva completamente il mio avido cervellino. Poco dopo, Roxanne busso’ alla porta del mio ufficio. “Avanti,”

Entro’ con ancora indosso il suo impeccabile completo grigio, da donna manager, senza un capello fuori posto. “Credo che abbiamo fatto una buona pesca, Mr. Black, no?” chiese. “Non male, proprio non male,” ammisi appoggiandomi allo schienale. “L’incasso e’ qui, puo’ controllare lei stessa.” Sorrise e giro’ intorno alla scrivania, poi ci si sedette sopra, vicino a me. Si udi’ il leggero sibilo del nylon quando accavallo’ le gambe verso di me, mentre l’orlo della gonna si alzava. Rimasi quasi senza fiato alla vista ravvicinata delle sue gambe lunghe e deliziose. Prese l’incasso e comincio’ ad esaminarlo mentre la mia erezione stava assumendo dimensioni monumentali.

Sembrava ignorare completamente l’effetto che stava provocando su di me. Il suo piede era a pochi centimetri dal mio cazzo. Mentre leggeva, fece scivolare il tallone fuori dalla scarpa con il tacco a spillo e comincio’ a farla dondolare sulla punta, con il piede in continuo movimento per non farla cadere. La pressione dei vestiti sul cazzo gonfio mi faceva male. Non potevo fare a meno di ammirare le sue gambe, cosi’ sexy, fasciate da quelle belle calze. Finalmente, smise di fare ginnastica con il piede e si infilo’ la scarpa. “Si’, le ricevute mi sembrano tutte a posto,” sorrise, mentre le rimetteva a posto sulla scrivania, notando poi come ero rimasto a bocca aperta di fronte alle sue gambe. “Come mai, Mr. Black, lei sembra duro come un sasso?” disse sogghignando. La mia mente era terrorizzata al pensiero di quello che mi avrebbe potuto fare, ma, per quanti sforzi facessi, non riuscivo a distogliere lo sguardo. “Mi…mi dispiace,” balbettai. “E’…uh…” “Le mie gambe?” sorrise Roxanne. “Me lo sentivo che aveva un debole per loro.” Alzo’ la gamba che aveva accavallato fino a farla passare all’altezza dei miei occhi e comincio’ ad accarezzarla, ruotando la caviglia. I tacchi alti aumentavano la loro indiscutibile femminilita’; i miei occhi seguivano le curve sexy e muscolose sulle quali correva la sua mano. Il suono della mano che si strofinava sul velo di nylon mi stava facendo impazzire.

Si giro’ lentamente per toccarmi la faccia con la sua gamba, poi la porto’ indietro, cosicche’ il nylon dei suoi collant si strofino’ sulla mia guancia, seguito dal tocco gelido delle sue affascinanti scarpe di cuoio, poi piego’ indietro il ginocchio e lentamente scalcio’ di nuovo in alto la gamba, accarezzandosi le cosce e i polpacci con le mani. “Oddio,” gemetti, mentre il mio uccello premeva dolorosamente sulla cinta dei pantaloni. Roxanne sorrise furbescamente, mentre guardava l’effetto che stava avendo su di me. “Mi piacciono le gambe degli uomini,” disse facendo le fusa, “specialmente quelle degli uomini che hanno un debole per le donne forti.” Continuo’ a mostrarmi le gambe e a tormentarmi. Cominciavo a sudare per lo sforzo di tenere imbottigliato il cazzo, duro come un sasso, dentro i pantaloni. Ma quando con la mano feci la mossa di allentare la stretta, trovai il suo piede che gentilmente, ma altrettanto fermamente, me lo impediva. “A-ah, non ancora,” mi disse, ricominciando poi a mostrarmi le gambe. “Abbiamo alcune cose da discutere, prima, Mr. Black.”

Le sue gambe lunghe e ben proporzionate erano di fronte a me. Le accavallava e le ridistendeva, facendo dondolare le scarpe in modo seducente, a pochi centimetri dal mio uccello dolorante. “Qualsiasi cosa,” gemetti, cercando di trattenermi con uno sforzo disumano. “Mi chiami Dave, per favore…” “Lei e’ un mio dipendente, Mr. Black. Noi stiamo facendo insieme degli ottimi affari. Una relazione manderebbe tutto a monte, e’ d’accordo?” mi disse Roxanne, mentre la sua scarpa con i tacchi alti dondolava dal suo bel piede davanti alla mia faccia. “Si, penso che lei abbia ragione.” Sorrise. “Bene.” Si prese un momento di attesa per squadrarmi. Ero in un enorme stato confusionale, mi aveva cosi’ eccitato tormentandomi con quella gamba! Alzo’ le gambe e le stese in modo allettante sulla scrivania. “Tuttavia, non posso proprio lasciarla in questo stato. Si alzi e si sfili i pantaloni.” “Co…cosa?” mi lasciai sfuggire. “Mi ha sentito,” replico’. “Faccia come le dico.” Senza pensarci un secondo, lo feci e la mia erezione praticamente volo’ via dai miei boxer, mentre li facevo scivolare sulle caviglie. Lei sorrise e comincio’ a strofinare una gamba contro l’altra. Quella vista cosi’ sexy e il rumore delle calze di nylon fecero pulsare la mia erezione al punto tale che alcune gocce affiorarono sulla punta della cappella.

“Ora si sieda,” comando’ Roxanne. Feci quello che mi aveva ordinato. “Il suo amichetto e’ molto allegro, no?” rise mentre esaminava il mio cazzo turgido. Tremavo dalla paura, pensando a quello che sarebbe potuto succedere. Fece scivolare le sue affascinanti gambe sulla scrivania e le accavallo’, in modo tale che il suo piede mi arrivo’ quasi in grembo. “Mi tolga la scarpa,” disse. Lo feci. Accavallo’ l’altra gamba e le tolsi l’altra scarpa. Seguendo i suoi ordini misi le sue scarpe sulla scrivania di fronte a me. Poi, con un piede avvicino’ la mia sedia. “Lei e’ veramente fortunato, Mr. Black: oggi mi sento di buon umore” fece le fusa, mettendo un piede sulla mia gamba e l’altro sul mio grosso cazzo. Gemetti forte e per poco non venni all’istante quando il sottile, morbido nylon tocco’ il mio membro. “Calma” mi ordino’. “Le assicuro che piu’ si riesce a trattenere e maggiore sara’ il suo godimento.” Appena fu sicura del mio autocontrollo, comincio’ lentamente ad accarezzare gentilmente il mio cazzo con il piede.

Cominciai a gemere piu’ forte, lo strofinamento del nylon sulla mia erezione mi mandava in estasi. Presi a massaggiarle la gamba, sentendo i polpacci muscolosi sotto il collant. Lei si mise una mano sotto la gonna e comincio’ a masturbarsi. Muoveva le dita del piede lungo tutto il mio cazzo, premendo sulla punta e massaggiandola gentilmente con il nylon. Rimasi senza fiato per la sensazione stupenda che provavo e lei lo fece ancora parecchie volte. Teneva il piede sulla cappella fino a quando non mi mancava il respiro, poi lo portava giu’ e ricominciava a massaggiarmi il cazzo dal basso verso l’alto. “Mi fa molto piacere che lei apprezzi le mie gambe,” sussurro’ Roxanne, muovendo il piede verso il basso, accarezzandomi le palle. I miei occhi erano chiusi per il piacere che stavo provando, sentivo solo quella stupenda sensazione e la voce suadente di Roxanne. “So che ha visto la loro potenza, Mr. Black. Lei mi ha visto distruggere uno dei suoi lottatori con queste.” L’istante successivo i miei occhi erano spalancati, mentre spingeva con il piede, esercitando per un momento un enorme pressione sulle mie fragili palle. Gridai forte, ma il dolore passo’ rapidamente, cosi’ come era venuto, rimpiazzato da un piacere ancora maggiore non appena ebbe ripreso a massaggiarmi il cazzo. “Su col morale! Non le succedera’ niente di male,” sorrise. Mi sentivo svenire. “Oddio,” gemetti, “Le sue gambe sono cosi’ forti e sexy! Le ho sempre adorate, fin da quando lei e’ venuta qui.” Roxanne sorrise e sospiro’. “Mi piace avere qualcuno in adorazione.” Tiro’ su l’altro piede e comincio’ ad accarezzarmi il collo e la faccia con esso, mentre continuava a strofinarmi il pene con l’altro. Oddio, che sensazione meravigliosa! “Vorrei la sua attenzione, per discutere del prossimo fine-settimana,” disse, facendo una risatina mentre mi lasciava leccare la palma del piede. Sentivo la meravigliosa consistenza un po’ ruvida del nylon sulla mia lingua, mentre l’altro piede mi masturbava sempre piu’ energicamente, portandomi verso l’orgasmo. Al di sopra dei miei gemiti di piacere, disse “Il prossimo sabato combattera’ Tara.

E’ una lottatrice leggermente piu’ esperta di Nina e la folla si aspettera’ qualcosa di spettacolare, come stasera, se non di piu’.” Cominciai a respirare sempre piu’ affannosamente, mentre il suo piede premeva il mio membro contro la mia gamba, strofinandolo piu’ velocemente e con piu’ forza. “Credo che ci sara’ senz’altro il ‘tutto esaurito’, per vederla sconfiggere due avversari contemporaneamente.” Rimasi colpito al punto tale da emergere dallo stato di estasi in cui mi trovavo. Cominciai ad obiettare, ma “Cos…” fu tutto cio’ che riuscii a dire. Prima di rendermi conto di cosa stava succedendo, il piede che stavo leccando mi spinse con violenza sul petto, forzandomi contro lo schienale della sedia, mentre l’altro piede si era fermato e bloccava la mia incontenibile erezione. “Se non mi ascolti, non ti faccio venire,” disse severamente. “Oddio,” gemetti. “Va bene, qualsiasi cosa.” Roxanne ricomincio’ a masturbarmi con il piede, mentre con l’altro prese ad accarezzarmi le palle. Sentivo la cucitura del collant che mi si strofinava sulle palle ed ero terrorizzato ed eccitato contemporaneamente. “Cosi’ va meglio,” rise piano. “Sapevo che lei e’ un tipo ragionevole.” I suoi piedi fasciati dal collant mi riportarono rapidamente al livello di eccitazione in cui ero prima della mia inutile obiezione.

“Le mie idee hanno funzionato molto bene, no?” Sussurrai la mia approvazione, mentre il suo piede mi premeva il cazzo contro la gamba. Sentivo che ogni carezza del suo piede stava portando al culmine l’orgasmo che cresceva dentro di me. “Il prossimo fine- settimana avremo un pienone e Tara sara’ ampiamente in grado di fronteggiare quanti avversari vorra’,” sussurro’ Roxanne. Gridai quando la sua masturbazione divenne piu’ intensa; i suoi piedi fasciati dal nylon mi stavano portando all’appagamento piu’ completo. “Faremo cosi’ tanti soldi che non sapra’ che farne, Mr. Black,” disse, raggiante, mentre esplose il mio orgasmo. Il mio sperma schizzo’ sul suo piede, inzuppandole completamente le calze, mentre urlavo di piacere. Continuo’ il suo massaggio e la sua abile manipolazione mi fece sborrare ancora varie volte. Tra urla di piacere e singhiozzi, provai il piu’ lungo e incredibile orgasmo che avessi mai avuto. Poter palpare quelle cosce cosi’ muscolose, avvolte in quelle deliziose calze scure, sentire i suoi piedi che mi accarezzavano i genitali erano sensazioni per me completamente sconosciute. I suoi piedi continuarono a tirarmi fuori tanta di quella sborra che sentivo di non averne piu’.

Mi accasciai sulla sedia, totalmente esausto. Con un sorriso smagliante, Roxanne tolse il piede e si rimise in piedi, prese uno straccio da un tavolo vicino e comincio’ lentamente a togliere lo sperma dal mio pene e dalle mie gambe. “Sono contenta di questa piccola riunione d’affari, Mr. Black,” disse e io risposi con piccoli gemiti, parecchi sospiri e diversi “Oddio!” Improvvisamente sentii le sue dita che mi stringevano forte il cazzo. Mi manco’ il respiro. “Ma si ricordi che siamo solo soci in affari, niente di piu’,” disse freddamente. “Certo!” urlai, “Solo affari!”. La pressione si allento’ e ricomincio’ a pulirmi. “Comunque, non c’e’ niente di male nel permetterle di ammirare le mie gambe, di tanto in tanto. Mi sembra che le piaccia,” rise guardando il mio corpo esausto e il mio cazzo ancora sgocciolante. “E inoltre, mi piace avere un uomo che mi ammira. Fa bene all’ego di una donna,” rise.

Quand’ebbe finito, si alzo’ in piedi e giro’ dall’altra parte della scrivania. Potevo quasi sentire i suoi piedi che sguazzavano nel nylon fradicio di sborra. “Oh, caro, questi collant sono da buttare,” sorrise strizzandomi l’occhio. Comincio’ a toglierseli. Incredibile, ma alla vista delle sue gambe cosi’ ben fatte, il cazzo mi si stava drizzando di nuovo! Optai per un atteggiamento discreto e cosi’ cercai di tenere la mente occupata con altri pensieri, mentre si sedeva sulla sedia degli ospiti per togliersi le calze. ” Io…io ho molte domande da farle…” cominciai. “Me lo immagino,” disse Roxanne, continuando a togliersi le calze sporche di sperma. “Domande del tipo ‘Quando ha imparato a combattere?’, ‘Come si e’ resa conto che poteva battere gli uomini?’, ‘Qual’e’ la storia di Nina e Tara?’, ecc.” Annuii. “Si’, tanto per cominciare,” A questo punto, aveva i collant sulle ginocchia. “Sono storie molto lunghe, Mr.Black,” sorrise.

“Per quanto mi riguarda, ho cominciato a battermi quand’ero adolescente, come Tara. Nina invece e’ sbocciata piu’ tardi, potremmo dire.” Roxanne fece una risatina, mentre si sfilava i collant da una gamba e iniziava con l’altra. “Conosco molte arti marziali. Tara ha avuto la sua buona dose di risse da strada e di zuffe da bar. Nina aveva grandi doti da ballerina che ha sfruttato molto bene nelle arti marziali.” Ora si era tolta i collant e con un gesto teatrale, li stava strizzando come se fossero completamente fradici; sorrideva con un ghigno crudele. “Il mio primo incontro e’ stato l’unico che ho perso. Ero cosi’ decisa a fare in modo che nessun uomo mi potesse piu’ battere che intrapresi un rigoroso piano d’allenamento che coinvolgeva pesi, arti marziali e pugilato, facendo del mio corpo un’arma letale. Dopo un anno e mezzo, sfidai l’uomo che mi aveva battuto. E’ stato il suo ultimo incontro. L’ho distrutto, fisicamente e mentalmente.” Mentre rimanevo a bocca aperta su ogni sua singola parola, improvvisamente si accorse che aveva ancora in mano i collant. Me li lancio’ addosso. “Ecco, puo’ tenerli per ricordo.” rise.

Sapendo che stavo ancora aspettando di sentire il seguito, mi disse: “A suo tempo, imparera’ altre cose su di noi, Mr. Black. Non e’ bene svelare tutti i segreti in una volta, sa? Rovina la suspense.” Girando di nuovo attorno alla scrivania, Roxanne fece velocemente sparire la delusione dal mio volto, sedendosi sulla mia scrivania e accavallando le gambe in modo provocante, riportando in vita il mio stanco membro, mentre il suo piede nudo mi dondolava di fronte. “Scarpe,” ordino’. Ne presi una e gliela infilai, lei accavallo’ l’altra gamba per porgermi l’altro piede. Sorridendo alla vista del mio lavoro, continuo’ a far dondolare il piede di fronte al mio viso, mentre l’altro si diresse nuovamente sul mio pene. Ebbi una nuova erezione, mentre i miei occhi si gustavano quelle gambe cosi’ lunghe e muscolose e il mio cazzo sentiva la pressione della sua scarpa. Lei fece una risatina. “Ha visto, Mr. Black? Una donna puo’ dominare il maschio in molti modi, non soltanto a cazzotti.” Ridendo, si prese meta’ dell’incasso e si diresse verso la porta. “Buona notte, Mr. Black. Le suggerisco di farsi un pisolino prima di chiudere. Mi sembra esausto.” Chiuse la porta e rimasi solo. Esaminai rapidamente i collant che avevo in mano, notando il piede bagnato fradicio, il buco nella patta e la macchia che c’era intorno; poi li arrotolai e li infilai nel cassetto della scrivania, rilassandomi.

Nella mia mente si affollavano i pensieri su Roxanne, ma aveva assolutamente ragione: i nostri rapporti dovevano rimanere puramente di tipo professionale. Inoltre, mi avrebbe ammazzato se avessi tentato qualcos’altro. Dopo avere riposato per circa un’ora, mi svegliai e uscii dall’ufficio per andare a chiudere il locale. Come previsto, lo spogliatoio era deserto, ma, sorprendentemente, c’era ancora qualcuno dalle parti del bar. Riconobbi subito il camice di un infermiere, chino sul corpo prostrato di Derek, la vittima di Nina nell’incontro di quella sera. Accidenti! Sembrava ancora piu’ malridotto di quando era appena finito il combattimento. L’infermiere lo aveva steso su una barella, fasciandogli strettamente le costole. Probabilmente pensava che ne avesse qualcuna rotta o comunque non voleva correre rischi. Il naso era fasciato per fermare il sangue, aveva un occhio tumefatto e la faccia piena di lividi. Nina l’aveva veramente massacrato. Cazzo, aveva ragione, per essere il suo primo vero incontro, era stata veramente impressionante. L’infermiere vide che mi stavo avvicinando.

“Non sta cosi’ male come sembra,” cinguetto’. “Lo so, ho gia’ visto degli uomini malmenati,” dissi con un grugnito. L’infermiere si rimise al lavoro, leggermente mortificato. Derek mi vide con la coda dell’occhio buono. “Black…” disse con un gemito. Credevo che fosse ancora svenuto dopo la batosta. “Si?” “La ragazza che mi ha fatto questo…” “Vuoi dire Nina.” L’infermiere mi dava delle strane occhiate. “Una lunga storia,” gli dissi. “Fatti vedere sabato sera se vuoi una spiegazione.” “Proprio Nina,” ruggi’ Derek. “La uccidero’. ” Incredibile. “Derek, sei uno stronzo, quella ti ha fatto uscire di testa! Se ci riprovi, ti rifara’ la stessa cosa. Ti pestera’ finche’ non potrai piu’ farti vedere.” “Non me ne fotte un cazzo!” grido’. “Non sopporto che una stronzetta mi possa battere. Devo fargliela pagare, fosse l’ultima cosa che faccio!” Mi rivolsi a lui con il tono piu’ serio possibile. “Sei proprio un coglione, non ti rendi conto che potrebbe essere veramente l’ultima cosa che farai? Stasera ha avuto facilmente la meglio su di te. Tra pochi giorni ti alzerai e ti sentirai meglio. Ma questo non cambia niente! Cosa sarebbe successo se ti avesse voluto ammazzare? Pensi veramente che glielo avresti potuto impedire?”

Mi rivolse uno sguardo furioso. “Sei un pezzo di merda!” mi sputo’ addosso. “Tu hai messo in piedi tutto questo, prendendomi per il culo! Ammazzero’ anche te!” Comincio’ a dimenarsi, ma i lividi e le ammaccature gli dolevano molto. “Stai fermo!” gli ordino’ l’infermiere, vedendo che le fasciature si stavano sciogliendo. Magnifico, un assassino che mi perseguitava. Proprio quello di cui avevo bisogno. Nina doveva averlo colpito cosi’ forte in testa che sembrava privo di cervello. Cercai di levarmi dalla testa sia lui che Roxanne, mentre pensavo a come reclamizzare l’incontro di Tara per il sabato sera seguente.

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