Portavo i collant neri coprenti, setosi, e basta
Ero ferma e sentivo diverse mani che mi toccavano le gambe…
Una mano mi masturbava la patata e due mani mi tenevano i glutei ben aperti.
Pian piano sentivo spingere una cappella dentro il mio orifizio e provavo un dolore lancinante.
Ma la mia patata era bagnatissima e una mano me la masturbava dolcemente mentre un ‘altra mano mi palpava le tette.
Poco dopo incominciai a sentire sulle mie labbra della patata , priva di pelle prima una e poi due lingue e poco dopo le guance, coperte dalla barba, una era una barba morbida , folta l’altra invece era corta, appuntita e sulle labbra si sentiva, eccome se si sentiva soprattutto quando me la faceva scorrere sul clitoride.
Erano dei porci, una mano mentre mi masturbava lentamente mi indirizzava un po’ contro la barba folta e morbida e un po’ su quella puntigliosa.
Le due facce continuavano a girarsi alternando le loro barbe con le loro lingue e le loro labbra e i loro denti.
Questo dolore e piacere mi faceva impazzire e intanto dietro con la vasellina mi entrava un bel cazzo.
Io imprecavo ed ansimavo fino a che uno si alzò e mi mise il suo cazzo nella mia bocca.
A quel punto uno solo rimase a leccarmela e come me la leccò, veramente bene, molto meglio di una donna .
Lui stesso mi aprì al massimo le chiappe e quello dietro ne approfittò spingendomelo con decisione senza sosta e fino in fondo.
Un dolore lancinante che venne ridotto da quella leccata sulla mia fighetta fatta veramente bene, una lingua piena di saliva che era migliore di una figa bagnata e che sapeva dove leccare.
Io impazzendo mi sfogai su quel bel cazzo che mi trovavo in bocca, lo volevo divorare.
Eravamo tutti e tre sincronizzati, in empatia ed io ero il centro, più sentivo quel bastone di carne pulsante entrare nel mio culo e più lacrime uscivano dai miei occhi e più la mia fighetta si bagnava più mi pulsavano le labbra dentro e più lui me la leccava e mordeva con gli incisivi come fosse uno scoiattolo e così mi faceva male anche lui ma mi alleviava il dolore ed io solo in un modo potevo sfogarmi, ed era accanirmi su quel bel cazzo grande che perdeva sborra nella mia bocca, sulla mia lingua che aveva l’unico incarico di pulirglielo , uhmm sii, aveva un gusto , un odore non di sperma bensì di sborra, si, non si era pulito bene il suo arnese ed io orgogliosa stavo facendogli da schiavetta pulisci uccello.
Con le mie mani gli palpavo le palle e gli misi un dito nel culo per pulirglielo e per fargli diventare il cazzo più duro, per gonfiarglielo e lui godeva perché continuava a perdere gocce di sborra e ogni tanto qualche getto di sborra calda densa mi entrava in bocca, in gola, uhmm che buona era tutta mia e me la gustavo gelosamente.
I porci volevano sottomettermi, io ero la femmina e così fecero.
Il primo che avevo in bocca ad un certo punto mi prese la testa ed iniziò a scoparmi la bocca e capì che era questione di secondi e poi avrei assaporato il getto caldo, lo sperma, la sborra bianca e bella densa e in giusta quantità per poterla assaporare bene nella mia bocca, per poter coprire bene le mie parti sensitive .
Mamma mia, stavo andando via di testa, iniziavo a sentire qualcosa, qualche povero, misero ed insicuro schizzo , della sborra che già da prima lui non era riuscito a trattenere e che mi aveva donato.
Il maschio era eccitato, aveva in mento solo una cosa e basta: il piacere, il punto sul suo uccello che fatto scivolare sulla mia lingua un po’ piena di saliva e un po’ libera ai bucherellini che la lingua ha e che le dà quella leggera ruvidità da far sfregare il punto del piacere del maschio, dove la cappella scappellata ha quella cordicella che tira che fa dividere quella stupenda cappella.
Si perché io amo quella cappella, mi fa impazzire , me la mangerei, me la succhierei per ore , meglio dei lecca lecca , meglio di qualsiasi caramella, si la cappella è viva , è morbida , ed anche dura, è carnosa , pulsa, eccome se pulsa.
Più ci giochi, più la degusti e più lei reagisce, vive con te, in funzione tua , a quello che tu le fai, diventa tua amica, il tuo gioco, e il maschio , i maschi devono dartela senza ma e senza se.
E’ un diritto della donna avere minimo, ma dico minimo almeno una cappella con cui giocare e a cui ricordare che se vogliamo il maschio è nostro, non può neanche lontanamente pensare che si possa sottrarre .
Il maschio, che essere inferiore, basta fargli un occhiolino e non capisce più niente, se non ci fosse questo fatto di additarci potremmo scapricciarci ogni volta che vogliamo .
A volte non c’è neanche gusto…
Ma torniamo a noi, vedere il viso che era il prolungamento del cazzo, ansimare, gridare, vedere i suoi occhi aprirsi e chiudersi continuamente ed anche rimanere fissi che mi guardano o persi nel vuoto era stupendo.
Stavo annientando l’orso bruno, il leone, la bocca era sempre più aperta e sembrava come se ne uscisse il fuoco, si quel fuoco invisibile del piacere, della goduria , quella parola che detta da un uomo sprigiona la sua mascolinità, la sua forza: GOODDOOOO!!!!!!
Quella parola che dice scaricando tutta la sua forza su ogni muscolo irrigidendo le gambe, le braccia, le mani.
Tu sai che tutta la sua forza viene scatenata come una tempesta su ogni millesimo del suo possente corpo e si sprigiona nel tuono della sua voce, gli occhi a quel punto oltre che assatanati diventano nel giro di qualche secondo spenti.
IL cazzo, da dove parte tutto, perché quello è il cervello del maschio, non la mente, è il cazzo, si proprio il cazzo che fa muovere il possente fisico verso la sua felicità.
Io, anzi noi, così docili e bastarde , lo sappiamo ed è stupendo , ancor più se hai appena scopeto questi giochi, ancor più se hai 19, 20 anni e vedi il padre od anche il padre del padre….di una tua amica che ti sta sulle palle…
Si da vera stronzetta vedere che l’uomo che decide se la tua amica può andare alla festa dove c’è quello che ti piace o quello che decide se dare i soldi alla tua amica per le vacanze o per prendere quel vestito che vuoi avere solo tu, è lì alle tue dipendenze, tu lo comandi, lui ti vuole, sta tradendo sua moglie, è pronto a distruggere un matrimonio, una famiglia , è pronto ad abbandonare la tua amica o nemica se solo tu glielo chiedi.
Lui è pronto , è tuo, tutto tuo. Quando vedi che giocando, assaporando il suo cervello, la sua ragione, il suo pensiero nonché il suo cazzo, la sua cappella, lui va in tilt, lo hai in pugno , gli puoi chiedere quello che vuoi anche solo per il gusto di sottrarre soldi o quant’altro alle sue femmine che sia la moglie o la figlia.
A 20 anni pieghi uno di 40, di 60 anni, ti rendi conto che il mondo è tuo….
A qualsiasi età lo pieghi, anzi più sei matura e più sai come divertirti ma a 20 anni vuoi vedere fino a che punto puoi arrivare , sei sfacciata…e lui ne ha il doppio o il triplo dei tuoi anni e si piega a te….