Dopo aver curato con pazienza e professionalità una signora di 68 anni, e dopo la sua dimissione dall’ospedale in cui presto servizio, per gratitudine questa mi si è attaccata come una cozza allo scoglio.
La sua malattia non era grave ma è stata un pò complicata e lei la Letizia, ha trovato in me un suo Dottore di fiducia.
Dopo un breve periodo di convalescenza si è riperesentata per un controllo.
Mi ha dato un bacino sulla guancia per ringraziarmi. Ma quello non era un semplice bacio, era una sorta di dichiarazione di complicità.
Fù un movente per ogni altra emozione e sentimento, porco che tra di noi era inevitabilmente nato.
Ovviamente io ero il Dottore e lei era la mia ex paziente.
E per un po’ siamo rimasti tali, fino a quando, non so perchè mi sono rivelata a lei come una crossdresser.
Una sera mentre eravamo al telefono e lei mi raccontava come le piaceva ballare il liscio sopra le scarpe con il tacco alto e le calze nere mi sfuggì, ( ma forse non fù proprio così, anzi…) che in quel omento anche io avevo un collant nero e che ai piedi indossavo un paio di clots con il tacco di 12 cm.
lei rimase in silenzio poi mi disse (testuali parole) “…e cosa ti stai facendo? ti stai toccando il tuo lungo grilletto?”
Di fronte a quella frase così ironica, giocosa e inaspettata, la mia verga si riempì prontamente di sangue e di sperma tanto che per alcuni minuti la nostra conversazione si eclissò in un silenzio totale.
“Sei venuto?…” mi chiese quella voce oltre l’altoparlante del mio telefonino.
“Si” le risposi con la voce flebile e affanata.
“Anche io!”
Da li ci demmo un’appuntamento.
Quando la vidi sul mio videocitofono, quel pomeriggio quando mi suonò per salire nel mio appartamento, vidi la sua faccina “old”, così tirata e curata che anche se in bianco e nero, mi faceva venire voglia di imbrattarla tutta con la mia sborra.
La accolsi con una magletta bianca e con un jeans blu. lei entrò e subito ci ritrovanno con la lingua in bocca ed in gola. Subito non si accorse che ai piedi calzavo una un paio di zoccoli in sughero comodi, alti e con il fiocco di una rosa .
Sotto i jeans e dentro quella calzatura avevo, come di solito, due paia di collant 40 DEN che mi fasciavano tutta. Li indossavo regoalrmente appena rientravo in casa dall’ospedale, dopo il lavoro(questi particolari li aggiungo per tutte quelle lettrici transgender che come me lo fanno, e se lo fanno e mi sanno capire!).
Come tutti gli amanti , con la lingua in bocca ci passavamo le mani dappertutto.
lei sulla mia patta ed io dentro i pantaloni del suo tailer, dietro a palparle il culetto.
Cominciammo a spogliarci e le tolsi prima la giacca, poi le cominciai a sbottonare la camicetta, fino ad arrivare sulle sue tettine.
Erano piccole, una prima si e no…tanto piccole che mi sussurrò che se ne vergognava di quanto fossero così piatte.
per questa sua vergogna le presi tra i denti il capezzolo e la mammella e cominciai a mordicchiarla.
In pochi secondi mi ritrovai sbattuta sul divano con i jeans aperti dalla cintura in giù. Li si accorse che c’era qualcosa in più.
Un qualchecosa che in un uomo non doveva esserci…un collant, anzi due di troppo.
Ma il cazzo he usciva dal cavallo era veramente duro e turgido e senza esitazione il naso della mia Letizia si ritrovò spiaccicato sul mio pube mentre il mio cazzone le spariva in bocca fino in gola.
Le tenevo la testa tra le mani mentre non volevo che si distaccasse. Famelica se lo era preso tutto in gola.
Spinsi con il bacino per farglielo arrivare ancora più in fondo e senza altri movimenti mi ritrovai a schizzarle in bocca una sborrata infinita.
La mandò giù tutta la troia. Ingoiava e non si staccava. Non si stacava e continuava a deglutire.
Poi ovviamente si staccò dall’arnese.
Mi gaurdò tutta dagli occhi fino alla punta delle unghie dei piedi.
Si Tolse i suoi pantaloni del Tailer , si girò con il culeto verso di me e si abassò il suo collant nero.
davanti a me avevo la sua schiena nuda bianca, con quella inflessione della colonna vertebrale in mezzo , dalle anche in giù il nylon nero del suo collant.
Io oramai ero nuda , dietro di lei e con il cazzo che sebbene fosse già stato ben svuotato, miracolosamente era diventato ancora duro e svettava dal cavallo di miei collant visone e daino.
Lei era davanti a me fremente di una voglia inesauribile di prenderlo dentro da dietro.
Mi ricordo come ero entusiasta di quella nuova e dura erezione. Il cazzo era veramente duro, tanto che me lo smanettavo e ci giocavo abbassandolo e facendolo saltare e sussultare quando lo rilasciavo.
“dai…” mi disse, e già da un po’ si era abbassata il suo collant fino alle cosce.
Avevo una gran voglia di metterglielo dentro, però volevo vederla in faccia mentre lo facevo.
La presi per un braccio e la portai in camera da letto.
Buttata, si fa per dire visto che si adagiò senza alcuna spinta, sul letto di schiena, la presi dentro con le sue gambe avvinghiate sulle mie. Dal davanti.
La stavo pluccando e pompando tutta, così nella posizione più classica, io sopra di lei, lei a gambe aperte.
Sciaff…sciaff…dentro tutto.
Avevo le sue dita dei piedi ingoiate letteralmente nella mia gola.
Inguainate nel suo collant nero , odorose del suo sudore di una camminata fatta per arrivare a quel letto.
Una faccina “old” con rughe, fard, cipria e ombretto, di un make up fatto apposta per piacere.
Unghie laccate con lo smalto rosso che mi graffiavano la schiena mentre la pompavo nella figa con il cazzo più duro che
lei da qualche tempo non avrebbe mai potuto trovare.
Era duro, come se non avesse mai sborrato da un mese. Eppure quella troia lo aveva già fatto venire.
Io ero al settimo cielo, la pompavo dentro, avevo i miei due collant addosso, mi scopavo una vecchia in collant nero…che cosa volevo di più?
Una cosa…me la sarei volentieri inculata tutta!
Che cosa c’è di più bello che inculare…..
Storia di lellaDEN