I Collant Della Perversa Elena

I Collant Della Perversa Elena

Un giorno mentre tornava a casa dal lavoro, Steve stanco e ansioso di rilassarsi qualche ora davanti alla tv, non riuscì a fare a meno di fermarsi quando poco dopo una curva vide una Peugeot rossa con le quattro frecce accese e il triangolo posato per terra a pochi metri dal bagagliaio.
Steve non era prettamente un buon samaritano ma quella ragazza bionda che non nascondeva i 19 massimo 20 anni che se ne stava seduta sul cofano in triste attesa lo colpì subito.
Parcheggiò l’auto e scese. Era evidente che aveva bucato una gomma. Roba da poco per chi sa come provvedere alla cosa, un problemone enorme per la biondina che non aveva la più pallida idea di cosa fare.
“Serve aiuto” si offrì il ragazzo mentre lei gli offriva un sorriso delizioso che illuminava i suoi profondi occhi azzurri.
La biondina accettò e parve da subito molto grata al ragazzo.
Lui le fu ancor più grato visto che ciò che l’aveva colpito fin da subito erano le bellissime gambe di lei appena nascoste da una gonnellina nera cortissima e fasciate in un collant semi trasparente che le rendeva ancor più sexy.
Mentre le cambiava la gomma, chinato in quel punto strategico con lei in piedi a fianco pensò che se solo avesse tirato fuori la gonna avrebbe potuto leccarla dalla ginocchia in su senza troppa difficoltà.
Avvitando i bulloni della ruota Steve se lo sentì venir sempre più duro di minuto in minuto.
Fecero un paio di parole mentre si dava da fare per toglierla dai pasticci e così venne a sapere che si chiamava Elena, che aveva appena compiuto 19 anni, che lavorava come segretaria per un avvocato e che non era né sposata né fidanzata. La qual cosa spinse Steve a essere ancor più gentile con lei.
“Ok fatto” concluse lui rialzandosi in piedi.
“Grazie, sei stato davvero stupendo. Come posso ringraziarti?” ammiccò Elena.
“Bhe magari una volta che sei sola mi fai una telefonata e usciamo. Sai per un caffè due chiacchiere. Ti do il mio numero o meglio ancora mi dai il tuo”.
“E perchè non ce lo prendiamo adesso questo caffè?”.
“Come scusa?!”.
“Ma si dai, io non abito molto distante. Mi segui e sali da mè così ti dai anche una lavata mentre ti preparo qualcosa da bere. Ti va?”.
“Mi pare fantastico” rispose lui ancora un po’ impacciato.
Mentre lei col suo sorriso incantatore saliva in auto Steve non potè fare a meno di notare come una volta seduta paresse nuda dalla vita in giù. La gonna era così corta che sotto al volante vedeva solo le sue gambe bellissime.
Con l’uccello parecchio duro la seguì.

Entrati in un piccolo appartamento di tre stanze la ragazza gli mostò subito il bagno. “Ecco ci sono due accappatoio e un paio di asciugamani grandi. Sulla mensola accanto la doccia ho un po’ di tutto, shampoo, schiuma…

scegli quel che vuoi”.
“Devo farmi la doccia?” chiese Steve.
“Non si era detto che ti davi una rinfrescata?” ammiccò lei.
Steve veramente pensava che si sarebbe lavato le mani e la faccia. Era strano entrare per la prima volta nella casa di una donna che si conosce da meno di mezz’ora e subito iniziare a spogliarsi.
Strano ma eccitante.
Così obbedì.
Era lì titubante a passarsi una spugna sul corpo quando la porta d’improvviso si aprì. Steve nudo ebbe un mezzo sussulto. “Scusa, scusa tanto ma non resisto. Stai tranquillo che non sbircio dietro la tenda” rise la ragazza.
Prima che Steve potesse dire o fare qualunque cosa la biondina si era già calata i collant fino al ginocchio, sollevata la gonnellina e si era messa comoda sulla tazza.
Lei non sbirciava ma lui si lo faceva eccome.
Per quanto riuscisse a vedere ben poco tra le coscie notò due cose. Uno che era per certo una ragazza dal fisico davvero perfetto, l’altra che sotto al collant non aveva le mutandine.
La cosa lo infoiò così tanto che si trovò un bastone duro tra le mani senza rendersene conto.
E non pareva certo volersi ammosciare subito.
Elena uscì dal bagno, mentre si alzapa per ripulirsi ebbe la certezza che non indossasse intimo e potè anche vedere il suo bel culetto tondo mentre gli dava la schiena.
Uscì dalla vasca col cazzo duro.
Se era imbarazzante avere un erezione in pubblico lo era doppiamente quando si ha un cazzo di 26 cm largo quanto un bastone.
Difficile tenerlo nascosto a lungo.
Si mise l’accappatoio e si asciugò sperando che nel frattempo il suo fratellino andasse a cuccia ma era stato troppo sollecitato dal vedere Elena pisciare e il ricordo lo pungolava secondo dopo secondo.
Per far sparire quella cosa c’era un unica soluzione.
Si mise nudo in posizione da pisciata sulla tazza e afferratolo saldo con la mano prese ad accarezzarlo con forza.
Una bella sega e via pensò.
Il fatto che Elena fosse seduta proprio su quella tazza fino ad un attimo prima lo eccitava ancor di più. Se ora vi fosse stata ancora seduta il suo uccello le sarebbe finito dritto in bocca.
L’idea di Elena che con quel faccino da Candy Candy gli tirava un pompino lo mandò in fibrillazione.
Era quasi al culmine. La cappella gonfia e pulsante, i testicoli colmi e pronti all’eruzione.
Quando la porta si aprì un altra volta.
“Hai fatto?” sorrise Elena ficcando la testa dentro al bagno.
“Quuuuuuuuu….asi” latrò Steve mentre il cazzo spruzzava fuori una densa scia di sperma sufficiente a riempire una bottiglia.
“Ma ti sei fatto una sega?” chiese lei perplessa. Lui le stava danti, nudo con l’uccello ancora in mano nei postimi da eiaculazione. La goccina di sperma che gli colava dalla cappella, il fiato mozzo. “Scusami me ne vado subito” abbassò la testa lui convinto che andarsene senza fare altro casino fosse il modo migliore per uscire da quella situazione.
In fondo era a casa di una sconosciuta. Nudo e aveva appena sborrato. Se la ragazza chiamava erano grane grosse.
“Mi ridai i miei vestiti per favore” disse serio.
“No”.
“No?”.
“Eri venuto per un caffè mi pare”.
“Si ma… cioè tu…. sei entrata in bagno e io…. capisci? Ma tu le mutande non le metti?”.
Elena sorrise ancora “Quasi mai, specialmente coi collant”.
“Wow. A dirmi stè cose me lo fai tornare duro”.
“Quello che spero visto che hai sprecato tutto con una sega”.
“Ma…”.
“Su non hai capito che voglio portarti a letto. Ho visto subito il pacco mentre mi cambiavi la gomma sai. Complimenti a proposito non si trovano facilmente aste di carne così grosse”.
“Bhe grazie” annuì lui mentre una nuova erezione si stava alzando piano piano.
Elena la notò subito e gli afferrò il cazzo con una mano.
La presa salda, la mano sicura, si sentiva subito che non era la prima volta che maneggiava un cazzo.
Steve le ficcò una mano sotto la gonna iniziando a toccarla sulle coscie salendo piano piano fino al culmine del piacere.
Giocherellando col nylon dei collant Steve si aprì lentamente un piccolo varco e finalmente sentì il pelo morbido e delicato della fica di Elena accarezzargli la mano.
Lei tenendogli il cazzo come fosse una maniglia lo portò in camera da letto.
Prima che lui potesse dire altro si era sfilata via la camicetta rivelando due belle mele sode e molto più gonfie di quanto potesse immaginare. “Cosa sei una quarta?”.
“Si quarta. Te ne intendi di tette tu” ammiccò Elena.
“Lasciami mettere la testa fra quei meloni e te lo dimostro”.
“Non chiedo di meglio” sorrise Steve avventandosi saldamente su quei capezzoli dritti come un assetato… E questo era solo l’inizio pensò mentre lei instancabile lo segava piano piano..

Rispondi